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Cromo (III) - Una vera alternativa al cromo (VI)?

È certamente noto che i composti di cromo esavalente sono da anni sotto osservazione e che nell’aprile 20130 sono stati inclusi nell'allegato XIV dell'elenco delle sostanze soggette ad autorizzazione. Un procedimento d’esame circa l’ulteriore uso o un divieto del cromo esavalente dopo il 2017 è attualment in corso, con esito incerto, presso l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA)

Il risultato finora ottenuto è che negli ultimi anni ci si è di nuovo occupati intensamente dell'elettrodeposizione del cromo basata sul cromo trivalente. Per la cromatura trivalente vengono impiegati prevalentemente due sistemi a base di cloruro oppure di solfato, i quali però si differenziano notevolmente per i loro parametri operativi.

La possibilità di elettrodeposizione da composti del cromo trivalente è nota già da oltre 150 anni. I dettagli circa il funzionamento di tale processo di elettrodeposizione sono tuttavia oggetto di controversie. Un processo bifase, in base al quale il Cr(II) verrebbe dapprima ridotto in cromo bivalente e poi in cromo metallico, sembra essere la soluzione più probabile. In tal caso si devono superare diverse sfide prima di poter ottenere rivestimenti di cromo di alta qualità sui pezzo da lavorare.

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